Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2009
Durata:55 min.
Etichetta:Cyclone Empire

Tracklist

  1. FOREVER SCORNED
  2. SCANDINAVIAN WARMACHINE
  3. THE FLESH
  4. COLDER
  5. THULE IN FLAMES
  6. DISTRACTING THE GODS TO ENABLE THE SLAUGHTER OF MILLIONS
  7. AN ICON FOR THE DAMNED
  8. CRUSADER
  9. BONESAE BONANZA
  10. COLD SEED BURNING THE WORLD
  11. MORBID PANZER BATALLION
  12. ONWARD TO DIE
  13. PUNISHMENT THROUGH DEFEAT
  14. THE SKIES BLEED NAPALM
  15. UNDEAD WARHEAD
  16. WORLD OF SMOKING RUINS

Line up

  • Roger "Rogga" Johansson: vocals
  • Patrik Halvarsson-Myren: bass
  • Andreas: guitar
  • Matthias Fiebig: drums

Voto medio utenti

Questi Paganizer sono tanti anni che si aggirano nei meandri del Death Metal europeo, sempre con la solita ricetta stilistica, fermentata tra l'altro anche da personaggi come Rogga, già cantante degli Edge Of Sanity. La loro dedizione alla causa non dovrebbe suscitare dubbi nei confronti di nessuno, è sincera e devota, però questo evidentemente non basta del tutto. Scandinavian Warmachine nella sua essenza vive di contrasti dove in alcuni momenti emergono buone idee e in altre è l'appiattimento più totale, e in questo non aiuta certo una durata troppo alta: 55 minuti per sedici canzoni, fra cui alcune praticamente inutili, è troppo. Per i Paganizer il tempo deve essersi fermato nella prima metà degli anni 90 anche a livello di produzione, con quelle chitarre sporche ma anche aggressive e asciutte, e questo è uno dei loro punti a favore che farà la gioia di chi mastica con fervida ostinazione questo modo di concepire il Death Metal. La velocità dei brani non è mai elevata anzi non sono pochi i rallentamenti e i tempi medi su cui vengono strutturate le linee melodiche. Quello che manca - e che purtroppo è una caratteristica ben distribuita in tutto il disco - è una continuità di idee valide che non soffrano la mancanza di ispirazione. Spesso la noia prende il sopravvento. Certe cose ultimamente le fanno in modo realmente devastante gli Unleashed, quindi se è proprio il caso di scegliere meglio buttarsi a capo fitto sui loro colleghi, oltre che connazionali. In ultimo vorrei segnalare una cosa; so da me che l'apparenza inganna e soprattutto non è la sostanza delle cose, in modo particolare nel mondo della musica, ma nel 2009 è possibile avvalersi di un grafico quanto meno discreto? E' fastidioso agli occhi vedere ancora certe copertine che rasentano il fondo e in alcuni casi continuano a scavare ancora più sotto. Solo per devoti alla causa.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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