Copertina 6

Info

Anno di uscita:2009
Durata:40 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. YOUR TREACHERY WILL DIE WITH YOU
  2. SHEPHERD'S COMMANDMENT
  3. HOPELESS INSURRECTION
  4. CONCEIVED INTO ENSLAVEMENT
  5. ATROCIOUS BY NATURE
  6. DESCEND INTO DEPRAVITY
  7. AT WHAT EXPENSE
  8. ETHOS OF COERCION

Line up

  • John Gallagher: guitars, vocals
  • Sean Beasley: bass, vocals
  • Trey Williams: drums

Voto medio utenti

Niente da fare, pare che i fan dei Dying Fetus debbano fermarsi a quel "Stop At Nothing" del 2003 per poter ascoltare qualcosa di buono di questa band a stelle e strisce. Già il precedente "War Of Attrition", dopo l'entusiasmo iniziale, lasciava intravedere preoccupanti crepe nell'ispirazione del gruppo di John Gallagher, ma con questo nuovo "Descend Into Depravity" il palazzo pare proprio prossimo al collasso.
Si parte benino con "Your Treachery Will Die With You", brano che formalmente è ineccepibile ma che sul lato emozionale non da pieno appagamento a chi come me ha un'ammirazione e venerazione quasi morbose verso "Killing On Adrenaline" e "Destroy The Opposition". La successiva "Sheperd's Commandment" è francamente uno dei brani più inutili e mosci dell'intera discografia dei Dying Fetus, e non vi dico quanto mi dolga scrivere queste parole, ma per fortuna la terza "Hopeless Insurrection" risolleva un pochino il morale, con quel suo alternare momenti velocissimi a stacchi cadenzati e potenti come solo i Fetus sanno fare. Ma i fasti del passato sono ancora una lontana chimera. Con il passare dei minuti non si può certo dire che la situazione migliori, perchè nonostante blast, break groovosi e accelerazioni subitanee il livello d'attenzione scema sempre più.
Nonostante un Trey Williams devastante dietro le pelli (ma il caro e vecchio Talley, consentitemelo, era di tutt'altra pasta) ed il solito affidabile John Gallagher dietro al microfono, come sempre intento a scambiarsi con il bassista Sean Beasley, a mancare sono proprio i brani, certamente fedeli al 100% alla linea dei Dying Fetus, ma altresì privi di mordente, anche se la classe emerge in alcuni isolati frangenti. L'unica consolazione che si riceve è il sapere che presto il gruppo tornerà a calcare le assi dei maggiori palchi mondiali (la data imperdibile con i Cannibal Corpse a Milano è imminente!), dove chi ha già visto la band in azione ha ben presente il massacro che i Dying Fetus sono in grado di imbastire e dove i brani del vecchio repertorio sapranno dare grandi soddisfazioni ai fan del gruppo.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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