Copertina 8

Info

Past
Genere:Black Metal
Anno di uscita:2001
Durata:51 min.
Etichetta:Scarlet Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. OUR SENTENCE
  2. LOVE THE DEATH AS THE LIFE
  3. WHITE SPACE
  4. FIRE WALK WITH US
  5. HERE IS NO GOD S.T.A.
  6. TOTAL BLACK
  7. SOL SIGILLUM
  8. DET SOM EN GANG VAR (BURZUM COVER)
  9. THETA PARANOIA

Line up

  • Attila Csihar: vocals
  • Sethlans: guitar/synth
  • Malfeitor Fabban: bass/synth
  • Nysrok: guitar/synth

Voto medio utenti

Fire Walk With Us oltre ad essere il secondo disco degli Aborym è anche il passo avanti che tutti (nemici compresi) si attendevano, perchè non sarebbe stato nella loro natura proporre lo stesso massacro di Kali Yuga Bizarre, per il fatto stesso che in Italia non si può essere condannati due volte per il medesimo reato. Questo secondo album spinge la band in lidi sonori ancora più fumosi e dai tratti meno etichettabili, pur rimanendo in una perversa mistura di Black Metal e deliri Industrial/Noise, a cui stavolta si sommano anche fughe in territori Neo-Folk come in Sol Sigillum. Le prime tre canzoni: Our Sentence, Love The Death As The Life e White Space sono da carneficina. La prima per quella sua violenta irruenza che oltre a mettere in mostra quelle che saranno le piaghe stilistiche intraprese nel nuovo corso musicale presenta al mondo un Attila Csihar (MayheM) rinato, con quel suo timbro teatrale e realmente disturbato. La seconda e la terza per la loro capacità di saper fare convivere su un riffing tipicamente Black Metal un viaggio nei meandri del Kaos controllato, dove il Noise e quell'Ambient eterea - ma sempre presente - impastano il risultato finale consegnando alle orecchie di chi ascolta un qualcosa di originale e coinvolgente. L'ala artificiale e meccanica degli Aborym è cresciuta, si è perfezionata e adesso vive in un contesto più maturo ed elegante, anzi riesce a donare e ricreare quel clima apocalittico e claustrofobico che nel precedente disco veniva anticipato con maestria. Interessante anche la cover di Det Som En Gang Var con un Malfeitor Fabban dietro al microfono completamente a suo agio. Farla cantare ad Attila sarebbe stato troppo. Ottimo lavoro anche in sede di produzione, stavolta più corposa e potente anche se mantiene un certo andamento sporco e polveroso che non guasta. Questa passeggiata di fuoco è soltanto la rincorsa verso un nuovo modo di concepire l'estremo nel Black Metal. Qualcuno li amerà alla follia e altri li odieranno, però esistono.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.