Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:59 min.
Etichetta:Cult Metal Classics Records

Tracklist

  1. THE FLAME THAT NEVER DIES
  2. CONSPIRATOR SANCTOS
  3. CRY FOR DAWN
  4. ANTHEM FOR THE NATIONS
  5. SHARON OF THE WOODS
  6. UNDER A SAVAGE SKY
  7. I STAND ALONE
  8. PERSONAL DEMONS DETHRONED
  9. MASTERS OF FATE
  10. RETURN FROM THE ASHES

Line up

  • Jack Starr: guitars
  • Joe Hasselvander: guitars
  • Shmoulik Avigal: vocals
  • Ned Meloni: bass

Voto medio utenti

Grande ritorno per Jack Starr, chitarrista prima dei Virgin Steele (fino a "Guardians of the Flame" del 1983) e poi dei "suoi" Burning Starr. Ed è un disco davvero superlativo questo che ha realizzato assieme a musicisti del calibro di Joe Hasselvander (Pentagram, Raven) e Shmoulik Avigal (Picture), oltre al suo vecchio compagno Ned Meloni. Dieci tracce spettacolari di heavy metal rigorosamente "old school", zeppe di spunti puramente epic e di arrangiamenti neoclassici, come mette in chiaro subito la opener "The Flame That Never Dies", con le sue linee hard n' heavy americane, interpretate magistralmente da Avigal. Una produzione brillante, ma in grado di conservare quel sapore retrò, un grande chitarrista, un grande gruppo e delle composizioni personali e cariche di pathos: questi gli ingredienti giusti per un album davvero sopra le righe, in grado, a mio avviso, di spazzare via in un sol colpo le ultime releases degli acerrimi rivali Virgin Steele (anche se è ormai inutile fare un paragone tra le due bands). Dalla orientaleggiante "Conspiratos Sanctos", con il suo refrain magistrale, alla epica "Under A Savage Sky" (da brividi!), Jack e i suoi Guardians of the Flame mettono sul piatto canzoni davvero spettacolari, ricche di feeling e melodie squisite, tutt'altro che banali. Ad arricchire un album già di per sé straordinario, ecco le partecipazioni di Paul Chapman (UFO) nella speedy "Cry for Dawn" e quella di Mark Gallagher degli indimenticabili Raven, nella rocciosa "I Stand Alone". Chiude il lotto la toccante strumentale "Return From the Ashes", dove a farla da padrona è ovviamente la chitarra cruda (amplificata, ovviamente, Marshall) e drammatica di Jack Starr. Non da meno la prestazione della solida sezione ritmica, davvero ben rodata, e soprattutto della voce di Shmoulik Avigal, con la sua timbrica un po' roca alla Graham Bonnet. Si tratta, insomma, di un album davvero eccellente, senza cali qualitativi, che segna il ritorno musicale di un personaggio tutt'altro che secondario della primissima scena epic metal statunitense. "Under a Savage Sky" va dritto dritto nella mia top ten annuale; vi consiglio di farlo vostro immediatamente, senza esitare neanche un istante. KEEP THE FIRE BURNING!

Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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