Copertina 7

Info

Anno di uscita:2009
Durata:45 min.
Etichetta:Equilibrium Music

Tracklist

  1. ÁLOMIDö
  2. ÉG FELé
  3. ÖSFORRáS
  4. FéNYBE TéRö
  5. BENSö PATAK
  6. TüZBEN SZüLETö
  7. ALKONYVARáZS
  8. HéTVILáG
  9. FöLDANYA SóHAJA

Line up

  • Agnes Toth: vocals, violin, morin khuur, bass, woodwinds, percussions
  • Mihaly Szabo: vocals, acoustic guitars, bass, zither, lujara

Voto medio utenti

Dopo l'esordio "Of Dreams Forgotten and Fables Untold" (2005) avevo perso di vista questo duo ungherese, che ora si riaffaccia con il terzo album, sempre per l'etichetta portoghese Equilibrium Music.
Nel mezzo i The Moon And The Nightspirit avevano dato alle stampe "Regõ Rejtem" (2007), un lavoro che non credo si discosti di molto da quello stesso percorso musicale che accomuna il già citato "Of Dreams Forgotten and Fables Untold" ed il nuovo "Ösforrás". Agnes Toth e Mihaly Szabo, infatti, non si sono allontanati da un curato e raffinato blend di sonorità folk e medioevali sulle quali si leva l'eterea voce di Agnes, che nell'onirico fluire dell'album talvolta si scontra con le vocals decisamente meno gentili (ma un po' di cattiveria in più non ci sarebbe stata male) di Mihaly. Altra caratteristica di "Ösforrás" è la marcata impronta etnica, quasi tribale, sia con l'impiego di strumenti tradizionali, sia con il cantato nella loro lingua natia, con risultati affascinanti ma che tendono a suonare un po' ripetitivi, soprattutto ad un orecchio non allenato, e probabilmente pure lesionato da intensive esposizioni al Metal & Affini, come il mio.
I ritmi arabeggianti e vagamente tribali e sopratutto la voce ipnotica di Agnes sono gli ingredienti principali dell'opener "Álomidö", ma non mancano nemmeno nei brani successivi, con il violino che, ad esempio, cresce sulla titletrack o su "Tüzben Születö", mentre tra i tanti spunti onirici ed avvincenti colpiscono nel segno le percussioni di "Alkonyvarázs".
Agnes Toth e Mihaly Szabo hanno avuto la possibilità di portare la loro musica fuori dal supporto digitale, suonando dal vivo ad esempio con Blackmore’s Night o Corvus Corax, e sicuramente per chi ha potuto assistervi si deve essere trattato di un'esperienza emozionante.
Avevo già detto che si può sopravvivere anche senza schitarrate e doppia cassa, ed i The Moon and the Nightspirit lo hanno dimostrato arrivando al terzo album. E presumibilmente ne seguiranno altri.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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