Copertina 7

Info

Anno di uscita:2009
Durata:57 min.
Etichetta:Scarlet Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE LURE
  2. THE WOMB
  3. NO ONE TOLD ME
  4. WAVES WE FORM
  5. I BEG YOUR PARDON
  6. BAD ACCOUNT
  7. TONITE
  8. WHERE WILD HORSES DIE
  9. FAR AND AWAY
  10. DON’T TURN THE SHADES
  11. RED FIRE
  12. WALKING ON WATER
  13. I’LL TAKE THE BLAME
  14. TOSCANELLI
  15. THE MAN IN THE MIRROR

Line up

  • Spice: vocals, guitars
  • Bob Ruben: drums
  • Johann: bass

Voto medio utenti

Per chi non lo ricordasse, il cantante/bassista/compositore Spice è stato in passato elemento cardine degli Spiritual Beggars, la cult-rockband assemblata dal guitar-hero Michael Amott (Archenemy). Dalla separazione con gli S.B. il barbuto Spice ha dato vita ad alcune interessanti formazioni, vedi The Mushroom River Band, Kayser e naturalmente la presente, che porta direttamente il suo nome. Gruppi che hanno in comune soprattutto una grande devozione per il feeling hard rock settantiano.
Amore sviscerato per i classici di tale decade, con le loro sfumature blues, psych, heavy, ecc, che emerge compiutamente anche nel secondo lavoro della band, successore del buon debutto “The Will” (2007). Ovviamente la formula non fa che ricalcare quelle precedenti, basandosi sul tradizionale rock granuloso e ricco di energico groove. Casomai questa volta il prolifico vocalist ha dedicato particolare attenzione alla scrittura dei brani, rispetto alle rigogliose fughe strumentali che caratterizzavano piccole gemme quali “Another way to shine” o “Mantra III”.
Resta invariata la predisposizione all’impatto potente e roccioso su modelli già consolidati (“The womb”, “Waves we form”, “Where wild horses die”), così come il ricorso al crescendo chitarristico impetuoso (“Don’t turn the shades”, “The man in the mirror”). Però il gruppo non disdegna di addolcire i contorni melodici dei brani, costruendo ariose ballate elettroacustiche vagamente Zeppeliniane (“Red fire”, “Toscanelli”) insieme a temi dove primeggiano linee vocali notturne (“Tonite”, “Far and away”). Uno sforzo nel colorire la proposta, necessario per alleggerire la struttura complessiva del disco.
Mancano ancora quel paio di hits davvero imperdibili, ma la qualità media delle canzoni è senz’altro buona. Se non siete a caccia di novità rivoluzionarie, questo “Shave your fear” vi garantisce un’ora di solido e piacevole rock duro imbevuto di tradizione seventies.

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