National Suicide - The Old Family Is Still Alive

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:37 min.
Etichetta:My Graveyard

Tracklist

  1. NATIONAL SUICIDE
  2. NU POSERS DON'T SCARE ANYONE
  3. THE OLD FAMILY IS STILL ALIVE
  4. LET ME SEE YOUR POGO
  5. WANTED
  6. INTO THE CLUBHOUSE
  7. PLEASE WELCOME... MY FRIENDS!
  8. SUCKS 'N' ARTILLERY
  9. THIS IS A RAID

Line up

  • Stefano Mini: vocals
  • Roberto "Bob" Condini: guitars
  • Tiz: guitars
  • Ivan "Saxon" Andreolli: bass
  • Emanuele "Ema": drums

Voto medio utenti

Signori della Corte!
E' indubbio che il logo sia stato scippato ai Nuclear Assault, ed è altrettanto evidente come abbiano violato il songbook degli Overkill e gettato sguardi indiscreti nella sala prove di Exodus e Testament, infine è innegabile che l'immagine in copertina sia stata trafugata dal diario scolastico di un loro cuginetto.
Eppure, la passione, il sudore, la grinta e, sì, anche la necessaria sfacciataggine, sono tutta farina del loro sacco.


I National Suicide danno seguito al loro ottimo demo ("The Old Family Is Still Alive", del 2007, che accolsi con entusiasmo su Eutk), realizzando per la My Graveyard il loro esordio discografico, un album che ne riprende sia il titolo sia le quattro canzoni che vi erano incluse. A partire dall'autocelebrativa "National Suicide", nuovamente posta in apertura e che si conferma un vero e proprio rullo compressore.
Quello dei National Suicide è, infatti, un Thrash Metal, furioso e devastante, trapiantato, con successo, dagli States all'Italia, tanto da New York quanto dalla Bay Area per arrivare sino a Trento, zona d'origine del gruppo.
Che poi il Thrash sia roba per duri, lo ribadiscono con la seguente ed esplicativa "Nu Posers Don't Scare Anyone", musicalmente molto vicina agli Overkill, con la voce di Mini sempre rassomigliante a quella di Bobby "Blitz" Ellsworth, mentre gli Exodus fanno capolino su "The Old Family Is Still Alive" e su "Let Me See Your Pogo", anche se qui i brucianti assoli (ad opera di Roberto e Tiziano) mi fanno pensare a quelli dei misconosciuti Indestroy e degli Evil Dead. E' invece il basso di Ivan a pompare "Wanted", che porta ad un momentaneo rallentamento alla corsa sfrenata del disco, prima che si riparta fast & furious con in rapida successione "Into the Clubhouse" (che, sopratutto nel refrain, ricorda i Metal Church), "Please Welcome... My Friends!" e "Sucks n' Artillery". Ma non è finita qui, dato che la conclusiva "This Is a Raid" è la mazzata finale che chiude un album assolutamente dedito alla causa del Thrash Old School.
Convincenti già ai tempi del demo, poi dal vivo (grande performance al recente Play It Loud Festival) ed ora anche alle prese della loro prima uscita ufficiale.

Si. Suonano Thrash.
Colpevoli. Colpevoli.
Denny Crane.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 apr 2009 alle 20:29

Debutto coi fiocchi. A chi piacciono i primi e secondi (sino ad Under The Influence) Overkill se li pigli al volo.

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