Copertina 8,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2009
Durata:non disponibile
Etichetta:My Graveyard Productions

Tracklist

  1. FORSAKEN WORLD
  2. ROLL THE BONE
  3. HOLY WAR
  4. MOTHER'S CRY
  5. GATES OF HADES
  6. FACE THE DEVIL
  7. GHOST DANCE
  8. BREAKING THE SPELL
  9. STARRIDER
  10. NON SEI NORMALE
  11. NON FINIRà MAI

Line up

  • Daniele 'Bud Ancillotti: vocals
  • Sandro 'Bid' Ancillotti: bass
  • Dario Caroli: drums
  • Leo Milani: guitars

Voto medio utenti

Con le orecchie e gli occhi ancora “colmi” della loro fantastica esibizione al Play It Loud III, mi accingo a commentare questo “Roll the bone”, la seconda fatica discografica del Bud Tribe, che giunge a ben undici anni dal debutto.
Come già accaduto durante il recente show bolognese, la band che si materializza istantaneamente durante l’ascolto del disco, ha le sembianze fiere e “metalliche” della Strana Officina e non solo perché la gestione del microfono è saldamente nelle mani del carismatico e prorompente Daniele “Bud” Ancillotti.
L’orientamento hard rock dell’esordio viene, infatti, un po’ ripudiato a favore di un approccio maggiormente fisico e potente che ricorda proprio le magnifiche movenze artistiche della Strana e se a questo aggiungiamo il recupero della lingua italiana in tre brani per di più facenti parte della storia di quel caposaldo del metal tricolore, appare chiaro che il legame indissolubile tra le due formazioni risulta oggi più solido che mai.
Questo non significa che la Tribù non abbia una sua personalità, semplicemente stiamo parlando di analogie nella brillante ispirazione, nell’intensità di “penetrazione” e nell’incredibile magnetismo offerto da una manciata di composizioni di autentico ed avvincente heavy metal, capaci di conquistare all’istante e non stancare mai, con quel nerbo e quell’espressività tipica di un suono “immortale”, qui mantenuto ai suoi massimi livelli di splendore, con la forza delle idee e l’eccellenza dell’interpretazione.
Vitalità, impatto e melodie evocative sono gli elementi base di un lavoro che inizia la sua opera di seduzione attraverso il clima serrato della title-track, continua a soggiogare tramite l’andamento tirannico di “Holy war”, cattura con i toni incalzanti e le irresistibili linee armoniche di “Face the devil” e che, con il prepotente potere di suggestione della cadenzata “Ghost dance” e della bellissima “Breaking the spell”, davvero satura di tangibile feeling, ribadisce l’intenzione ormai palese di conquistare irrimediabilmente i nostri cuori di “vecchi” defenders.
E non è affatto finita. C’è ancora spazio per quello che forse è, “razionalmente”, da considerare come il momento artisticamente più “alto” del Cd, “Mother’s cry”, una sorta di suite articolata in cinque movimenti pregna di pathos e vigoria espressiva, ma se spostiamo il bersaglio dalla logica all’istinto, ecco allora che sono “Starrider”, “Non finirà mai” e la mitica “Non sei normale”, ad esaltare e fare esplodere tutta la voglia di scatenarci e cantare a squarciagola, agevolati dall’italiano e dalla rara capacità di impiegarlo con disinvolto gusto poetico e trasporto emotivo.
Tecnicamente perfetto e amalgamato come un “vero” collettivo (scongiurando, quindi, il “pericolo” che si trattasse di un progetto estemporaneo di Bud!), il Bud Tribe si manifesta come una formidabile macchina “bellica”, attrezzata e pronta per soddisfare tutti i metal heads là fuori. Per quanto mi riguarda, un disco di cui sentivo veramente il bisogno.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 mar 2009 alle 18:41

Veramente cazzuto come album, Mother’s cry poi è meravigliosa

Inserito il 21 mar 2009 alle 14:07

Grande, grande, grande disco, semplicemente. Praticamente non vi è un filler: e ghost dance e mother cry fanno venire letteralmente la pelle d'oca, mentre per i tre brani in italiano ha già detto tutto Marco: ottima recensione per un disco magnifico!

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